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Spiegazione dell'Ibisco all'uncinetto

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E una delle piante tropicali più affascinanti, con fiori di particolare bellezza. Elegante e delicato allo stesso tempo con la particolarità che dura solo un giorno. Fiore simbolo delle Hawai che viene donato ai visitatori come segno di benvenuto. Per ricreare questo fiore all'uncinetto mi sono ispirata ad una pianta che da anni ammiro nel giardino di una casa nel mio paese che ormai è diventato un albero che quando è fiorito è una meraviglia per gli occhi. Non mi è stato facile ma credo di aver ottenuto un risultato molto simile all'originale e ho il piacere di poterlo condividere con voi. Ora passiamo alla spiegazione.


Spiegazione del petalo.
  • Avviare 30 catenelle, tagliare il filo di ferro zincato 2 volte la lunghezza delle catenelle più circa 4 cm, poggiarlo sulle catenelle e lavorate come segue per poterlo inserire nel petalo ( sarà la nervatura centrale del petalo).
  • 1 giro: 3 punti bassi, 3 mezze maglie alte, 3 punti alti, 11 punti alti doppi, 3 punti alti, 3 mezze maglie alte, 3 punti bassi, rifare uguale all'altro lato delle catenelle. 
  • 2 giro: identico al primo giro più 3 aumenti nei punti alti doppi. 
Attorcigliare su se stesso un centimetro circa di filo di ferro zincato e chiudere il lavoro. Preparate un totale di 5 petali per fiore. 

Spiegazione del pistillo.

  • Avviare 30 catenelle, inserire il filo di ferro zincato 2 volte la lunghezza delle catenelle più 4 cm per lato, lavorateci attorno i punti bassi da un lato e dall'altro delle catenelle( in cima, nei 3 punti alti centrali in ogni punto lavorare 5 catenelle e in queste fare 4 punti bassi)
Adesso unite i 2 lati dei punti bassi cucendoli per dargli la giusta forma. Fatto ciò ad una distanza di circa un cm dalla cima cucite tutto attorno del cotone per circa 5 giri ( insomma dovete dagli la forma di uno scovolino).

Spiegazione del calice.

  • Avviare 4 catenelle e nella prima fare 9 punti alti.
  • 1 giro: 20 punti alti( un aumento ogni punto)
  • 2 giro: 20 punti alti 
  • 3 giro: 6 catenelle e in queste fare:2 punti bassi, 2 mezze maglie alte, 1 punto alto, saltare 2 punti di base, un punto bassissimo, un punto bassissimo nel punto successivo, ripetere uguale per un totale di 5 volte. 
Dopo che avrete fatto tutti i petali pistilli e i calici che vi occorrono tagliate un pezzo di filo di ferro plastificato della lunghezza che vi occorre per fare lo stelo più circa 4 cm che inserirete nel terreno del vasetto. Aiutandovi con una pinza curvate per 2 volte una punta per formare una piccola pallina che farà da perno per tenere fermo il fiore. ( Precedentemente cucite i 5 petali alla base per dargli la forma del fiore. Sulla cima dello stelo avvolgete il pistillo. Ora inserite il gambo con il pistillo nel fiore e poi inserite il calice senza cucirlo, rimane fermo da se.

Spiegazione del bocciolo.
  • 1 giro: 2 punti alti, un punto alto doppio, 3 punti alti doppi in un punto di base, un punto alto doppio, 2 punti alti, girare il lavoro.
  • 2 giro: 2 punti alti, 2 punti alti doppi, 3 punti alti doppi in un punto base, 2 punti alti doppi,2 punti alti, girare il lavoro.
  • 3 giro: 2 punti alti, 3 punti alti doppi, 3 punti alti doppi in un punto base, 3 punti alti doppi, 2 punti alti.
Fate in totale 3 petali che  poi cucirete alla base dandogli una forma a spirale. Inseriteci poi lo stelo e il calice come avete fatto per il fiore. 










Spiegazione della foglia.

  • Identico procedimento del petalo cambia solo che saranno 25 catenelle invece di 30 e i punti alti doppi invece di 11 saranno 6.
Lasciate però 2 centimetri in più per lato di filo di ferro zincato per poterlo avvolgere allo stelo del fiore. Ok ora che avete fatto tutte le foglie che vi occorrono unitele allo stelo tramite il filo di ferro zincato e poi lavorate attorno le catenelle per coprire il tutto. Ora componete la vostra creazione in un vasetto oppure fatene solo uno da regalare ad una amica speciale. Ricordatevi sempre che con la vostra fantasia potete creare e dare forma a tante cose meravigliose. Che dire, spero come sempre di aver dato una spiegazione abbastanza comprensibile e di avervi dato un piccolo aiuto per poter realizzare il vostro piccolo capolavoro. Divertitevi e alla prossima!               

Alchechengi: deliziose lanternine orientali

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Una piantina che non tutti hanno sentito nominare ma facilmente riconoscibile per le sue bacche arancioni racchiuse in una lanternina dal gusto tipicamente orientale, infatti è originari dell'Asia. So che ne esistono di diverse specie. Le mie piante hanno un portamento eretto che però va sostenuto man mano che cresce e con il formarsi dei piccoli frutti.
Con l'arrivo della bella stagione arriva la fioritura con tanti fiorellini a forna di campanella,  gialli con qualche riflesso violaceo, dalla quale si formano i lampioncini o lanternine che racchiudono le bacche che quando raggiungono la giusta maturazione diventano arancioni. E una pianta che vive bene in posizione soleggiata, in un terreno senza particolari esigenze ma necessita di abbondanti annaffiature nella stagione calda, importante è che non ci siano ristagni d'acqua. Non so le altre specie di alchechengi come si comportano, la mia con l'arrivo della stagione fredda si sfoglia e comincia a seccare, allora taglio i rami quasi al livello del terreno lasciando una o due gemme per ramo, le lascio trascorrere l'inverno così, tranquilla in letargo.

























In primavera con i primi caldi rigermoglia dai rami che avevo potato e a volte produce anche nuovi stoloni laterali. Sono piante abbastanza sane che non vengono attaccate da insetti o da altre malattie e per me è abbastanza facile coltivarle. E una pianta che ha il pregio di essere molto decorativa quando comincia a sfoggiare le sue lanternine che hanno la consistenza della carta velina.


























La loro bellezza nel mio orto dura poco però perché le raccolgo e quasi subito vengono consumate, quando riesco a conservarle si mantengono buone sino a Natale. Queste bacche che hanno la grandezza di una ciliegia e il colore di un piccolo mandarino hanno una sapore dolciastro e leggermente acidulo, so che sono ricchissimi di vitamina c e tante altre buone sostanze come tutti i prodotti di madre natura.

La mia storia con l'alchechengi comincia quando qualche hanno fa mi dimenticai 2 fruttini in un angolino della dispensa e ormai rinsecchiti decisi di farli rivivere con i semi che trovai all'interno, seminandoli nei vasetti e da allora è cominciata la nostra grande amicizia. I fruttini che finiscono nel compostaggio, che poi utilizzo per concimare le piante e gli ortaggi, rinascono a nuova vita un po' dappertutto qua nell'orto e allora li prendo e li metto nei vasetti che poi regalo a chi non ne ha. Mi fa piacere che anche gli altri scoprano questa pianta dalle mille virtù che oltre ad essere buona è anche bella e decorativa.

La frutta estiva per eccellenza

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Con questo gran caldo cosa c'è di meglio di qualcosa di fresco, nutriente, colorato, fatto di invitanti e succosi frutti che se poi provengono dall'orto dove gli hai visti nascere e crescere giorno dopo giorno sai cosa stai mangiando e te li gusti ancora di più.






 E' giunto ormai il tempo di cogliere la frutta estiva per eccellenza anche se è da fine luglio che io la raccolgo.
Questa varietà di melone retatoè stato seminato ad Aprile e lasciato crescere in piena a terra nella sua classica forma strisciante.
 Ne ho coltivato solo 2 file perché necessitano del loro spazio e anche perché vicino c'erano le zucchine e le consociazione tra ortaggi della stessa famiglia sono da evitare perché sfruttano le stesse sostanze del terreno e possono quindi indebolirsi a vicenda e anche perché attirano gli stessi parassiti e possono venire contagiati più facilmente.




 Una volta capito il sistema viene più facile consociare una pianta a crescita lenta insieme ad un a crescita veloce e quindi sistemare magari un po'di insalata o ravanelli che si possono raccogliere già dopo circa un mese e lasciare cosi lo spazio al melone che continua a crescere. Sono molto utili nelle vicinanze le piante aromatiche che creano un vero e proprio effetto repellente nei confronti di molti parassiti, cosi pure le piantine di tagete e nasturzio che hanno anche il pregio di colorare l'orto.













L'anguria è il classico frutto simbolo dell'estate che disseta, rinfresca ed è ricco d'acqua che in queste giornate calde contribuisce alla nostra idratazione. Dopo circa 4 mesi dalla semina è pronta per regalarci la sua deliziosa polpa zuccherina. E' una pianta che ha le sue esigenze a cui prestare le dovute attenzioni, come lo spazio a disposizione dove farla crescere e a non creare ristagni d'acqua con le innafiature. Anche se necessita di caldo per la sua crescita quando c'è troppo calore bisogna proteggerla con dell'erba secca altrimenti si prende una scottatura proprio come succede a noi.



 Ho messo poche piante perché serviva tanto spazio e avevo buona parte del terreno occupato dalle patate e dalle zucche che anche loro amano strisciare in ampi spazi. Appartenendo anche lei, come il melone, alla famiglia delle cucurbitacee necessita delle stesse attenzioni per quanto riguarda la consociazione, semplici regole da osservare per ottenere un raccolto sano. Penso che la consociazione sia un po' come madre natura già fa per conto suo dove ci sono vicine tante piante diverse ognuna con le sue esigenze e le sue virtù, si comprende quindi perché nelle monocolture se si ammala una pianta si ammalano tutte. Osservando la natura si imparano tante cose anche come certe piantine riescano a danneggiare o stimolare la crescita di altre. Osservare, comprendere e mettere in pratica queste semplici cose mi da enorme soddisfazione e mi fa capire anche che in certi casi è meglio fare gli spettatori e lasciar fare il più possibile a madre natura perché solo lei è la nostra maestra.
 Ciao a tutti.

La melanzana, regina dell'estate

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Tipico ortaggio mediterraneo insieme al peperone e al pomodoro per il semplice motivo che per crescere necessita di un clima mite. La sua stagione è l'estate e nel mese di Agosto è al massimo del suo splendore.


C'è ne sono di numerose varietà, può avere forma ovale, tonda o allungata. Seminata a marzo e poi trapiantata in terreno precedentemente concimato con compostaggio. Necessita di acqua abbondate nella fase iniziale della crescita ma senza ristagni, caldo e tanto sole.







 Anche se quest'anno il caldo eccessivo di Luglio ha bruciato tanti fiorellini di tanti ortaggi comprese le melanzane e quindi il raccolto adesso risulta un po' scarso. Le altre viola che avevo trapiantato più tardi si sono salvate e sono in piena produzione.



 La melanzana ha bisogno di un terreno molto ricco di sostanza organica ed una posizione soleggiata. Vive bene insieme alle insalate e ai fagioli ed è meglio non consociarla con specie appartenenti alla stessa famiglia come le patate, i pomodori e i peperoni perché necessitano delle stesse sostanze nutritive e se stanno insieme impoveriscono subito il terreno e anche perché attraggono le stesse specie di insetti e parassiti e se diventano tanti diventa difficile debellarli perciò è meglio che stiano un po' distanti tra di loro.




 Per tenere lontano gli insetti indesiderati si possono inserire tra le file delle piantine di tagete e di nasturzio che oltre a fare da repellente naturale colorano e profumano l'orto e anche qualche pianta di basilico e menta. La melanzana è un ortaggio estremamente versatile che occupa un posto di eccellenza nella nostra cucina e si adegua perfettamente alle esigenze delle nostre ricette diventando un ingrediente molto appetitoso. Tra le tante a me piace farle a fette, grigliate e poi spalmata sopra una crema di ceci(preparata frullando ceci cotti, aglio, olio, sale e prezzemolo) arrotolata poi a forma di involtino da consumare come antipasto o da consumare insieme ad altre pietanze come appetitoso contorno.

Frutti antichi ormai dimenticati

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Sono frutti che madre natura ci mette sotto il naso, in ogni angolo di stradine di campagna, ma anche ai bordi di strade provinciali e che noi sistematicamente ignoriamo perché scomodi da mangiare e anche da raccogliere.
Il sorbo è una pianta che negli anni passati veniva utilizzata nei giardini non solo per la bontà dei suoi frutti ma anche per la straordinaria bellezza dei suoi fiori e del suoi fogliame. Quando i frutti sono maturi le sorbe somigliano a delle piccole mele dal colore giallo-rosso con un profumo molto intenso. Un tempo venivano raccolte ancora acerbe e conservate nei solai sulla paglia fino alla completa maturazione.



Il pero selvaticoè considerato la pianta da cui hanno avuto origine tutte le altre specie di pere. La generosa fioritura del pero selvatico è dopo il mandorlo il segno più evidente dell'arrivo della primavera. E un piccolo albero con rami spinosi su cui, dopo l'abbondante fioritura, crescono delle piccole pere che maturano intorno a Ottobre che in alcune zone i contadini ancora raccolgono. In passato molte di queste piante venivano innestate dai pastori dando vita così ad altre varietà di pere e i loro frutti avrebbero così dissetato loro e le loro greggi e ancora oggi noi ne cogliamo i frutti come queste che abbiamo raccolto ai margini delle strade durante le nostre gite ai margini della Sardegna.

Nasce spontaneamente nelle campagne, nelle colline, in mezzo alle rocce e anche sui tetti di qualche casa abbandonata. Il fico d'india si trova quasi dappertutto qua in Sardegna sopratutto nei terreni aridi e sassosi. In passato questa pianta  veniva utilizzata per creare delle bordure invalicabili tra un campo e l'altro e ancora oggi li troviamo al loro posto. La sua diffusione è opera degli uccelli che mangiando i frutti ne disperdono i semi. I frutti che cominciamo a maturare adesso vanno raccolti con le dovute precauzioni proteggendosi le mani perché hanno parecchie spine, vanno poi spazzolati e lavati bene  per levare via anche le spine più piccole. Si asciuga e si incide la buccia a metà e si apre per assaporarne la dolce polpa.






Il prugnolo selvatico in passato era più diffuso, oggi lo troviamo nei bordi delle stradine di campagna dove si sono salvati dall'agricoltura intensiva a cui tutto disturba e tutto distrugge. Quando in primavera fiorisce diventa una nuvoletta candida e profumata con tantissimi fiorellini. I suoi frutti che sono molto aciduli e aspri diventano dolci dopo le prime gelate. Nelle credenze popolari era considerato un albero magico capace di allontanare le negatività e veniva quindi piantato davanti alle case. Dai suoi rami si costruivano anche le bacchette per la divinazione così come si fa con quelle del nocciolo e dell' olivo selvatico. Tutte credenze popolari ma io rimango del parere che nelle leggende c'è sempre un fondo di verità.

Il rovo cresce spontaneamente in gran parte del territorio sardo, si diffonde facilmente ai margini dei campi e dei boschi e diventa facilmente infestante se non viene controllato. Le more selvatiche sono i frutti del rovo che si possono raccogliere ai bordi di molte strade facendo attenzione alla tantissime spine, ma non c'è rosa senza spine e la bontà di questi piccoli frutti vale sicuramente qualche graffio. Nonostante sia un frutto sottovalutato la mora selvatica oltre che squisita se raccolta a giusta maturazione è anche ricca di tante sostanze benefiche.















 Tanti altri sarebbero ancora i frutti di cui vorrei parlare come le giuggiole,i corbezzoli ecc... prossimamente lo farò. Quanti valori e quanti sapori di una volta stanno scomparendo, la frutta di oggi è più grande , più colorata, senza ammaccature. Se c'è l'uva senza semi, le pesche senza peluria, le fragole più grandi ma che all'interno hanno la polpa bianca invece che rossa e non si sa più quale sia il loro gusto è perché l'abbiamo voluto noi consumatori con le nostre scelte e tutto questo non solo a discapito del sapore ma anche e sopratutto dei valori nutritivi di un frutto che di naturale non  ha più niente. Sono tantissime ormai le varietà di frutta che sono scomparse dai campi e dalle nostre tavole. In un tempo non lontanissimo questi frutti erano preziosi perché garantivano un ottima riserva di cibo ed era gratuito. Oggi lo stile di vita è diverso e le abitudini alimentari sono condizionate dalle mode culinarie del momento, del consumo di massa e anche da una scarsa conoscenza di quella che è la tradizione contadina, siamo ormai abituati a cercare frutti esotici proveniente da paesi lontani che paghiamo a caro prezzo. Questi frutti antichi e ormai dimenticati sono un patrimonio da proteggere per recuperare e salvare la biodiversità oppure un domani dovremo  raccontare ai nostri nipoti c'erano una volta...Ciao a tutti e alla prossima.
All'ombra di questa secolare pianta di pero selvatico c'è chi apprezza i frutti ormai dimenticati.

Protagonista di ogni orto, il pomodoro

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Il pomodoro ha un posto d'onore sulla nostra tavola e anche se ormai negli orto-frutta si trova tutto l'anno rimane sempre il principe dell'estate, perché niente riuscirà a dare lo stesso sapore a un pomodoro cresciuto in serra a Dicembre con lo stesso che si coglie adesso maturato al sole e non solo per il sapore ma anche perché è più ricco dei suoi nutrienti.
 I pomodori sono gli ortaggi principe di qualsiasi orto e insieme alle melanzane, ai peperoni e le patate appartiene alla famiglie delle solanacee e ne esistono un'infinità di specie: camona, ciliegini,datterini, cuore di bue, insalataro ecc...Vengono utilizzati soprattutto per la preparazione di sughi da fare al momento o per essere conservati, per creare tante fresche insalate e in tante altre deliziose ricette.


Ama il clima caldo e predilige una posizione soleggiata come gli altri suoi familiari, necessita di un terreno ben concimato alla quale io aggiungo anche della cenere di legna perché contiene potassio e di cui sembra essere molto ghiotto.



Ho notato che le piace essere concimato anche coi i suoi stessi resti, quando si cimano rametti in più è utile lasciarglieli sotto come pacciamatura e così assorbe anche i suoi nutrienti. Durante le fasi di crescita bisogna sistemare dei sostegni con dei tutori di canne creando delle impalcature alle quali legarli con dei lacci di raffia.
Poche cure ma tanta soddisfazione nel coltivare il pomodoro, evitare i ristagni d'acqua, non consociare con gli ortaggi della sua stessa famiglia, tenere a bada i parassiti con la vicinanza di menta, aglio, prezzemolo e altre erbe aromatiche.




Quando a fine estate le ultime piante avranno ancora un mese circa di produzione è utile mettere a dimora tra un pomodoro e l'altro le piantine del cavolo che così crescono protette dalla cavolaia.Con questo insostituibile ortaggio si prepara anche la passata di pomodoro o conserva, si produce così un concentrato di polpa rossa e saporita che si conserva nei vasetti e ci regala il suo profumo anche nell'inverno, ma ormai è una delle tante tradizioni che si sta perdendo, oggi si vuole tutto già pronto e senza fare fatica.





Oppure messi a seccare con un po' di sale sotto al sole e conservati nei vasetti con qualche foglia di alloro e basilico da utilizzare poi come condimento o mangiarli così, in mezzo a due fette di pane con un po' di olio.
Adesso invece il modo più veloce e sano per portarlo a tavola quando ho poco tempo è preparare una semplice bruschetta con qualche oliva, origano e basilico fresco, olio, sale e se piace aglio o cipolla freschi. Buon appetito a tutti. Ciao alla prossima!

Frutti che in realtà non lo sono: i fichi

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La maestosa pianta del fico non fa tanti bei fiori che invece siamo abituati a vedere su altre piante da frutta in primavera per il semplice motivo che il fico non è un frutto ma una infruttescenza.  Al suo interno infatti ci sono tanti semini che sarebbero i reali frutti e che sono i residui dei fiori che si sono sviluppati al suo interno. Così anche per le fragole, infatti i frutti sono quei piccoli semini scuri inseriti nella polpa. Un po' complicato sia da spiegare che da comprendere, ci ho messo un po' a capire ma a noi interessa che il suo frutto è unico, così come è unico il suo sapore. La pianta del fico ha bisogno di un clima caldo, tanto sole e tanto spazio per crescere, tutte cose di cui bisognerà tenere conto quando si decide di piantare questo albero tanto longevo ed eccezionale.
 Ci sono alberi secolari che raggiungono delle dimensioni importanti, mi ricordo in particolare di una pianta di fichi enorme vicino ad una spiaggia dove tutto attorno sotto i suoi rami ci parcheggiavano le macchine in cerca di un po' di ombra e ce ne stavano ben 7. Citato in diversi testi antichi, considerato come albero sacro e simbolo dell'abbondanza in quanto generoso nella sua fruttificazione, per le sue caratteristiche nutritive e perché i suoi frutti potevano essere conservati mediante l'essiccazione.
E' una pianta rustica che si adatta a diversi tipi di terreno anche quelli aridi e non richiede cure particolari anzi se messa a dimora nel suo angolino ideale fa tutto da sola. Forse è un po' impegnativa al momento della raccolta perché i fichi vanno raccolti un po' morbidi quando sono al giusto punto di maturazione e risultano alquanto deperibili e poco conservabili.
A suo vantaggio direi che danno l'opportunità di godere dei prelibati frutti per un periodo abbastanza lungo in quanto adesso maturato un po' per volta e possono essere raccolti giorno per giorno. Questa pianta fruttifica infatti 2 volte all'anno, la prima tra Giugno e Luglio e la seconda a fine estate tra Agosto e Settembre e gli ultimi sono molto dolci e saporiti. Non conosco le varietà di queste piante di fico bianco perché mio padre non si ricorda più in quanto fanno parte di questo angolo di mondo da tanti anni. Il fico nero invece l'ho messo a dimora 4 anni fa ed è una varietà del fico nero lungo, cresce una meraviglia senza bisogno di particolare cura e dai rami che ho potato nelle fasi della sua crescita per dargli un forma equilibrata sono riuscita, tramite talea, ad avere altri 4 alberelli che per adesso vivono tranquilli nei vasi.
Vedo che è abbastanza resistente e produttivo, generosamente anche lui mi regala i suoi frutti 2 volte all'anno. La buccia è viola e a tratti anche nera e quando è maturo al punto giusto, oltre a diventare anche più morbido e assumere la caratteristica forma pendente produce anche delle screpolature chiare sulla sua superficie. Questi fichi neri visto che la pianta è ancora piccola li consumiamo freschi.
Quelli bianchi invece ne producono una quantità generosa e la mia cara mamma ben sa come conservarli e non sprecarli. I fichi ben maturi e perfettamente sani(quando sono tanti ci passa qualcuno anche "strapazzato") li dispone su dei graticci, in questo caso anche una cassetta capovolta e li protegge con un telo di garza. Durante la giornata li posiziona in pieno sole e la notte li ritira in un luogo coperto in modo tale che non assorbano umidità.
 Nell'arco di circa 10 giorni(molto dipende dal calore del sole) il processo di essiccazione è completato e sono pronti per essere conservati nei vasetti. Succede a volte che nel periodo dell'essiccazione ci sia poco sole, in questo caso si completa l'operazione nel forno.


Guardando questi fichi secchi mi vine in mente una bella tazza di tè accompagnata da una fetta di torta di mele qualche noce e naturalmente i fichi secchi, una sana merenda da a fare al calduccio mentre fuori piove e la natura fa il suo percorso di rinascita e ricrescita. Ciao a tutti.

Bracciali all'uncinetto

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Un anno fa sono entrata in questo mondo virtuale desiderosa di condividere con altri le mie passioni e le mie prime condivisioni sono stati i bracciali all'uncinetto. Quest'estate mi sono divertita a crearne degli altri che ho deciso di condividere ora per festeggiare un anno insieme a voi. Questi bracciali all'uncinetto sono allegri e colorati per grandi e piccini semplicissimi da realizzare utilizzando solamente cotone, uncinetto, passione e tanta fantasia, da regalare a chi volete voi per qualsiasi occasione.
Vi darò la spiegazione di ogni singolo bracciale che però devo ancora preparare, come avrò un po' di tempo lo farò, promesso! Ho trascorso un anno in compagnia di persone splendide ognuna speciale per il suo modo di essere e ho conosciuto una realtà che di virtuale ha soltanto lo strumento che utilizzo, al di là di esso ho incontrato i sentimenti e le emozioni di persone vere.Grazie a tutti...alla prossima ciao.

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°1

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Come promesso ecco la spiegazione del primo bracciale all'uncinetto.Non avendo idea di che nome dare ai bracciali e dovendo diversificarli per poter dare la spiegazione ho deciso di numerarli e quello di oggi è il numero 1. Per fare questo bracciale occorrono 2 colorazioni diverse di cotone che sarete voi a scegliere in base alla vostra creazione.
Con il cotone di colore "x " avviare 8 catenelle e in queste fare 6 punti alti. Girare il lavoro e lavorare a filet per 35 giri(misura del mio polso, circa 17 cm), tenete conto della misura del polso a cui e' destinato il bracciale. Ora alle due estremità unite i bottoni di plastica trasparente e naturalmente nascondete tutti i fili delle cuciture. Adesso il bracciale è terminato ma molto spoglio, così con il cotone di un altro colore ci lavorate sopra un serpentello di catenelle. Puntate l'uncinetto in un angolo in basso e lavorate 3 catenelle, seguendo poi l'andatura dei punti alti tra un giro e l'altro lavorate le catenelle inserendoci l'uncinetto e mentre lo fate ricordatevi di tenere il cotone sempre sotto il lavoro.
Le mie spiegazioni sono molto semplici e senza termini tecnici ma credo che osservando le foto non servano ulteriori spiegazioni, se comunque occorre sarò ben lieta di aiutarvi. Sbizzarritevi con la fantasia e createne di tanti colori e per tutte le occasioni.
 Buon divertimento, ciao alla prossima.

Rossi, gialli o verdi...i peperoni

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Vivace e colorato il peperone è un ortaggio che mette allegria nei filari dell'orto e anche se si trova tutto l'anno la sua stagione è decisamente quella estiva. Anche se siamo a meta' Settembre con questo caldo sembriamo ancora in piena estate.
E' un ortaggio freddoloso che come la melanzana ha bisogno di calore, ama il clima caldo ma non eccessivo in quanto risente della classiche scottature o colpi di sole, è dunque importante che abbia una buona copertura di foglie,se cosi' non fosse sarà opportuno coprirli con dell'erba secca.
Ci sono peperoni di varie forme e i suoi colori predominanti sono il giallo e il rosso mentre il verdeè ancora la sua forma acerba, buonissimo ugualmente da mangiare ma io preferisco aspettare a coglierli colorati. Stesse cure e attenzioni di cui necessita la melanzana e se poi cresce in altezza è utile procurargli un sostegno. Ha bisogno di poca acqua ma frequente, perché se manca acqua la pianta tenderà a produrre pochi frutti, piccoli e dal gusto amarognolo.
Insieme alle melanzane e alle zucchine i peperoni creano nell'orto un arcobaleno di colori e se ci soffermiamo ad osservare notiamo che la maggior parte degli ortaggi estivi sarebbero anche dei frutti perché al loro interno contengono dei semi che gli altri ortaggi invece non hanno. Se si segue il calendario lunare questi frutti-ortaggi (melanzane, peperoni, pomodori, cetrioli e zucchine) andrebbero raccolti da consumare freschi la mattina in luna crescente, cosa non sempre attuabile perché oggi oltre all'orto abbiamo mille impegni, se però ci si ricorda è molto meglio.




















Il peperone è l'ortaggio che non manca mai sulla tavola dell'estate perché oltre al sapore e al profumo inconfondibile riesce a colorare qualsiasi piatto. Molte persone trovano faticosa la digestione dei peperoni, ma ci sono alcuni trucchi come quello di togliere la pellicina esterna che avvolge tutta la polpa, di solito si abbrustolisce velocemente sul fuoco e una volta annerita si toglie via facilmente.


Molto versatile in cucina si presta alla preparazione di tante ricette, fra le tante io amo semplicemente stufarli 10 minuti in padella con un po' di cipolle, capperi, origano e qualche oliva.Buon appetito a tutti. Ciao alla prossima!

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°2

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Tanti piccoli archetti che creano un intreccio armonioso attorno a qualsiasi polso, ma all'occorrenza con qualche centimetro in più si trasforma anche in un grazioso girocollo. Quella di oggi è la spiegazione del bracciale all'uncinetto N°2.  Cercate di avere già pronta la misura del vostro polso o della persona alla quale è destinato il bracciale che lavorerete, semplice e veloce. La spiegazione che vi sto dando è adattata alla misura del mio polso(circa 17 cm).
 Fare 90 catenelle e in queste lavorare le mezze maglie alte. Girare il lavoro e fare un punto bassissimo nella prima mezza maglia alta, 4 catenelle, saltare un punto di base, un punto bassissimo, proseguite cosi' per tutta la lunghezza del bracciale, salire con due punti bassissimi dall'altro lato e fare lo stesso identico lavoro. Sia all'inizio che alla fine del lavoro tenete sempre un pezzo di cotone in più che vi servirà per allacciare il bracciale al polso.
 Come vedete è abbastanza veloce e semplice da fare. Divertitevi a crearne tanti e per gli usi più svariati. Fra i tanti sono bellissimi anche come porta tovagliolo per una tavola elegante e raffinata, in questo caso cucitelo alle estremità.
 Ciao a tutti, alla prossima e buon divertimento!

I primi raccolti dell'autunno...

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Uno dei momenti più belli pensando all'autunno è quello della raccolta. E' tempo di raccogliere e conservare i frutti che durante l'estate hanno raccolto e immagazzinato tutta l'energia del sole, frutti che per qualche mese si conservano bene e allora cerchiamo di fare provvista per i mesi a venire soprattutto se il raccolto è abbondante  e sano, perché se è ammaccato o all'interno ha qualche ospite di sicuro non si conserva bene, facciamo perciò  una scelta accurata dei frutti che vogliamo conservare, con il loro carico di sapore per i mesi invernali.



Amore al primo morso, croccante e succosa al tempo stesso, la mela. Questo frutto paradisiaco che attraverso i secoli è passato dal sacro al profano ha fatto parlare di se a tutti i popoli del mondo antico. Nel medioevo oltre ai contadini furono i monaci ad occuparsi della coltivazione del melo e a custodire tutti i suoi segreti. Oggi è un frutto apprezzato e coltivato un po' in tutto il mondo, tante sono le varietà che si producono e ogni regione ha la sua particolare mela. A parte i gusti e le preferenze personali non esiste una mela più buona dell'altra. C'è da dire che le mele di montagna sono più colorate, croccanti e succose, quelle che invece crescono in pianura sono più zuccherine e hanno la buccia più rugosa. E' comunque una pianta che ben si adatta a differenti condizioni climatiche e a vari tipi di terreno. E' importante che ci siano almeno due piante per consentire la giusta impollinazione. Queste piante vivono qua nell'orto già da qualche anno e ci si è dimenticati il loro nome, quasi sicuramente appartengono alla varietà Delicious Red.
Giungono a maturazione proprio adesso nel mese di settembre, hanno un profumo molto delicato e sono dolci e succose. Per capire se è matura al punto giusto bisogna fare la rotazione e il peduncolo deve staccarsi dalla pianta ma rimanere attaccato alla mela. Una curiosità: se tagliate la mela a metà ci vedete dentro una stella, bellissima.

In questi anni ho imparato a rispettare quasi tutti gli insetti perché so che sbrigano il lavoro per madre natura, ma i vermi che distruggono la frutta che e'ancora attaccata alla pianta e deve ancora maturare quelli proprio non li sopporto. Penso che non siano stati creati da madre natura perché gli insetti che sbrigano il lavoro di spazzini lo fanno sulle cose che già sono morte e non su una mela nel pieno della sua  vita. Dovrò documentarmi al riguardo e trovare un rimedio. La raccolta degli ortaggi estivi ancora prosegue, qua il clima è ancora favorevole, i peperoni, le melanzane e altri ortaggi tipici dell'estate resistono bene sino ad Ottobre.
Il melone estivo quello profumatissimo con la polpa arancione, retato e cantalupo, ormai c'è lo siamo mangiato e gustato in tanti momenti delle calde settimane passate. Ora lasciamo lo spazio al melone tipicamente invernale che è ottimo da gustare anche adesso. Le piante di questi frutti sono nate da semi che avevo conservato qualche anno fa da meloni comprati all'orto-frutta e da allora ogni anno conservo sempre i semi dei miei meloni. Vedo che con il passare del tempo le piante diventano sempre più resistenti e il frutto sempre più saporito, credo che dopo qualche anno riacquistino la loro originalità e così sto facendo ormai con ogni ortaggio, con un po' di pazienza riportiamo le cose alla normalità. A dir la verità molti di loro sono nati nel compostaggio da semi gettati via l'anno precedente e quando una pianta nasce da sola, per conto suo, ha sempre qualcosa di speciale, bisogna darle quindi l'opportunità di portare a termine il suo ciclo vitale aiutandola a produrre ciò per cui la natura l'ha create.

Alla prossima.


Vi presento i nuovi amici di quest'anno, i figli di Speedy splendida mammina:
Jimmy, Tommy, Sabbia, Leo e Simba....ciao a tutti!

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°3

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Questo bracciale è stato creato per compensare la mancanza di quello fatto in cuoio composto da 4 striscioline di pelle tenute ferme al centro da una fascetta piatta sempre di pelle ma di colore diverso. Non è come l'originale ma mi sono divertita a crearlo tutto di cotone colorato ed è stato apprezzato da chi l'ha ricevuto, mi fa piacere perciò proporlo anche a voi. Quello di oggi è il bracciale all'uncinettoN°3. Facilissimo da realizzare, in poco tempo ne farete tanti per una tribù di piccoli indiani. Ricordatevi sempre che le spiegazioni sono impostate con la misura del mio polso quindi voi regolatevi sulla misura dei polsi alla quale è destinato il bracciale.
Fare 91 catenelle, un punto bassissimo sulla novantesima,90 catenelle e unitele con un punto bassissimo alla prima catenella delle precedenti 90. Continuate così fino ad ottenere 4 cordicelle di catenelle unite alle punte. Ricordate sempre sia all'inizio del lavoro che alla fine di tenere un po' di cotone in più che vi servirà per allacciare il bracciale. Ora preparate la fascetta centrale. Avviate 9 catenelle e in queste fatte 8 punti bassi, girate il lavoro e fatte altri 8 punti bassi, lavorate così a filet per un totale di 9 giri, nell'ultimo giro chiudete ( tipo cucitura) con le catenelle e nascondete il filo in più. Appiattitela un po', inseriteci il fascio delle catenelle e il bracciale è pronto.
Ciao a tutti, alla prossima.

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°4

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 L'ispirazione per creare questo bracciale all'uncinetto mi è venuta osservandone uno etnico fatto di pietre e lacci di pelle intrecciati. Ricreandolo all'uncinetto ho voluto cosi alleggerire un po' la forma e dargli i colori che volevo. Quella di oggi è la spiegazione del bracciale all'uncinetto N°4.
Ricordatevi di tenere sia all'inizio del lavoro che alla fine un po' di cotone in più che vi servirà per allacciare il bracciale al polso. Ricordatevi inoltre che le misure sono adattate al mio polso, voi dovrete quindi adattarla al polso a cui e'destinato il bracciale.
Ok iniziamo. Con il cotone di colore "x" avviare 5 catenelle e nella seconda fare 4 punti alti chiusi assieme (tipo nocciolina), di nuovo 5 catenelle e nella seconda fare 4 punti alti chiusi assieme, per un totale di 18 volte. Ora cambio di colore,  con questo puntate l'uncinetto nella prima catenella dei 4 punti alti chiusi assieme e fatte: un punto basso, 4 catenelle e un punto basso tra un gruppo e l'altro di punti alti chiusi assieme. Continuate così per un totale di 18 volte e fatte lo stesso lavoro anche dall'altro lato. Avrete così circondato le "perle" con il vostro cotone colorato e avrete creato qualcosa che è solo vostro e avrà tutta la vostra personalità.
Buon divertimento a tutte e alla prossima. Ciao.

Peperoncino...Il diavoletto dell'orto

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Un arcobaleno di colori con tutte le calde tonalità del suo aroma infuocatoIl peperoncino è la spezia più amata e diffusa in tutto il mondo, era usata come alimento fin dai tempi antichi sopratutto dai nativi americani, arriva infatti da li.
 Tante le varietà e tante le forme, ce ne sono a ciliegia, a lampioncino, dritti, ricurvi a punta in su e a punta in giù, per tutti i gusti. Di lunga germinazione necessitano di un clima abbastanza caldo. I miei seminati ad Aprile hanno cominciato a colorare l'orto dopo Ferragosto e fino a tutto Ottobre raccoglieremo questo frutto piccante, visto che qua il clima permette.

 Nella fase iniziale della sua delicata crescita il peperoncino ha bisogno di qualche attenzione in più in maniera che il seme germogli senza perdercelo. Io sistemo i semi nelle postarelle con del terriccio misto a sabbia per il drenaggio, perché il terreno deve essere umido ma non inzuppato altrimenti i semi marciscono e con i ristagni si sviluppano anche funghi e muffe che è meglio evitare. Fatto questo serve solo tanto sole e caldo e dopo circa 4 settimane ( molto dipende dalla varietà) spuntano le prime 2 foglioline che io devo proteggere in tutti i modi, perché anche i gatti in primavera amano il caldo e cercano il sole e più di una volta li ho trovati sdraiati sopra i vasetti, allora con tanta pazienza e una bella sgridata li devo fare andare via e rimediare ai danni. Man mano che crescono necessitano di sempre più luce e caldo e una volta che hanno sviluppato altre 4 foglioline si scelgono le piantine più robuste e si trapiantano in quella che sarà la loro definitiva dimora. Con il caldo di Giugno e Luglio nel giro di 2 mesi cominciano a spuntare i primi fiorellini bianchi a forma di stella e molto carini dalla quale verranno fuori tanti peperoncini. Quando raggiunge una certa altezza ci metto un sostegno perché qua il maestrale ogni tanto si fa sentire e così  evito che la pianta si spezzi.
 Una piccola curiosità che è meglio sapere quando tagliate i peperoncini: se li volete belli piccanti non date acqua alle piante nei 2 giorni precedenti se invece li volete meno piccanti innaffiateli la sera prima, molto dipende anche dalla varietà del peperoncino.
Una spezia che nella medicina popolare era il rimedio per tanti mali. Quella che determina la sua piccantezza si chiama capsaicina ed è meglio fare la sua conoscenza poco per volta. Ottimi freschi tagliati sottilissimi per insaporire una bella insalata o essiccati da mettere magari in una bottiglia di olio buono e da utilizzare poi in qualsiasi momento.
Questi che ho raccolto sono infatti destinati ad essere essiccati, tra poco ci faccio le collane con lo spago e le appendo un po' al sole, poi la sera le ritiro per evitare formazioni di muffa con l'umidità della notte.
Qualcuno sarà destinato a seme per l'anno prossimo e tutti gli altri per insaporire le pietanze. Vi ho raccontato un po' quello che ho imparato su questa straordinaria pianta e ancora tanto devo comprendere primo fra tutti il discorso sull'ibridazione e di come isolare i fiori affinché rimanga la varietà originale della pianta. La natura ci insegna tante cose, basta osservarla giorno dopo giorno e ci fa scoprire un mondo tanto semplice quanto grandioso che ci aiuta a vivere in armonia con il tutto che ci circonda. Ciao a tutti alla prossima.

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°5

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Ispirata da mio figlio e dalla sua voglia di avere un bracciale visto al polso di un altro è nato così questo bracciale all'uncinetto, seguendo la sua idea e i suoi suggerimenti. Abbastanza semplice e divertente da realizzare, utilizzate tutti i colori che vi saltano in mente e create gli abbinamenti che più vi ispirano. Questa è la spiegazione del bracciale all'uncinetto N°5.
Tenete presente che la misura è quella del polso di mio figlio(19 cm) quindi voi adattatela al polso al quale è destinato il bracciale. Ok iniziamo. Con il cotone giallo avviate 80 catenelle e lavorateci le mezze maglie alte. Cambio di colore, passiamo all'arancione e lavorate a filet da un lato e dall'altro delle mezze maglie alte precedenti altre mezze maglie alte. Stesso procedimento con il cotone azzurro. La spiegazione lascia un po' a desiderare ma osservando le foto credo che non ce ne sia tanto bisogno. Fatto ciò alle due estremità del bracciale create 2 lacci di chiusura per parte facendo per ognuno 25- 30 catenelle( dipende dal polso). Non vi resta ora che nascondere i fili e allacciare il bracciale al polso di vostro figlio come ho fatto io.
 Ciao a tutte, alla prossima.

Spiegazione della ninfea all'uncinetto

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La Ninfea, un meraviglioso fiore acquatico che con la sua presenza riesce a trasformare qualsiasi pozza d’acqua in un laghetto da sogno. Sboccia all’alba e si chiude al tramonto e a questo suo modo di vivere è legata anche una bellissima leggenda. Conosciuta anche come giglio d’acqua e proprio come lui ha il significato di purezza e castità. Ho creato questo fiore all’uncinetto per poterlo ammirare tutto l’anno anche senza avere un laghetto. Le ninfee all’uncinetto io le ho semplicemente sistemante in un cestino con all’interno della spugna per giardinaggio. Si compone di petali, pistilli e foglie che con la spiegazione che vi sto dando sono abbastanza semplici da ricreare. 
Spiegazione del fiore
Il fiore della ninfea è composto da 4 sezioni di 5 petali ciascuno cuciti alle estremità, di 2 grandezze diverse e messi uno sopra l’altro sfalsati con al centro 3 misure diverse di pistilli e al centro di questi un pistillo centrale fatto con del cotone giallo attorcigliato in una punta di filo di ferro plastificato e poi curvato a formare una piccola pallina tenendo sempre quei 4-5 cm per inserirli nel terreno del vasetto. Ok ora passiamo alla spiegazione dei petali.

Spiegazione del petalo piccolo 

Con il cotone rosa chiaro avviare 15 catenelle  e in queste fare: un punto basso, una mezza maglia alta, 2 punti alti,6 punti alti doppi, 2 punti alti, una mezza maglia alta, un punto basso, rifare uguale all’altro lato delle catenelle. Ora poggiate un pezzo di filo di ferro zincato che abbia la lunghezza del petalo e unitelo al lavoro lavorandoci attorno i punti bassi. Adesso attorcigliate su se stesso il rimanente filo di ferro zincato, tagliate l’eccesso e ripiegate al lato esterno del petalo la piccola punta che vi avanza. Di questi petali fatene 5 uguali. Adesso uniteli alla base cucendoli come a formare un cerchio. Di questa misura fatelo per 2 volte.
Spiegazione del petalo medio

Con il cotone rosa avviare 20 catenelle e in queste fare: un punto basso, una mezza maglia alta, 2 punti alti, 11 punti alti doppi, 2 punti alti, una mezza maglia alta, un punto basso, rifare uguale all’altro lato delle catenelle. Da qui in poi stesso procedimento del petalo piccolo.

Spiegazione del bocciolo

Per il bocciolo fatte un giro di 5 petali piccoli e un giro 5 petali medi. Con il cotone verde fatte invece solo 3 petali medi sempre cuciti alla base in modo da unirli. Una volta che avete tutte le sezioni procedete come per il fiore, i petali però invece di distenderli chiudeteli un po' all'interno.

Ora passiamo ai pistilli che come ho già detto sono di 3 misure diverse da posizionare uno sopra l’altro.

Spiegazione del pistillo piccolo

Avviare 6 catenelle, chiudere in tondo e al suo interno per 9 volte fare: 5 catenelle e in queste fare: 3 punti bassi, una mezza maglia alta, un punto bassissimo.

Spiegazione del pistillo medio

Avviare 6 catenelle chiudere in tondo e al suo interno per 9 volte fare: 7 catenelle e in queste fare: 3 punti bassi, 3 mezze maglie alte, un punto bassissimo.

Spiegazione del pistillo grande

Avviare 6 catenelle chiudere in tondo e al suo interno per 9 volte fare: 9 catenelle e in  queste fare: 4 punti bassi, 4 mezze maglie alte, un punto bassissimo. 
Inamidateli un po’ per distendere bene le punte. 
Spiegazione della foglia

4 catenelle e nella prima fare 11 punti alti( totale 12 punti alti).
1 giro:lavorare 2 punti in ogni punto precedente, alla fine non chiudere in tondo ma girare il lavoro e lavorare e filet i giri successivi. 
2 giro: lavorare 2 punti in ogni punto precedente.
3 giro: un punto alto, 2 punti alti in un punto precedente( un aumento ogni 2 punti).
4 e 5 giro: un punto alto in ogni punto alto precedente tranne nel secondo e nel penultimo che li farete doppi. 
6 e 7 giro:  2 punti alti, 2 punti alti in un punto precedente( un aumento ogni 3 punti).
Ora secondo alla collocazione che dovete dare alla vostra creazione la foglia potete anche solamente poggiarla oppure con il filo di ferro zincato attorcigliato fatte un piccolo pistillo verde da inserire nel terreno del vasetto in maniera da tenere ferma la foglia. Inamidatele un po’  per darle una forma leggermente allungata e distendete bene le 2 aperture. Lasciatevi come sempre guidare dalla vostra fantasia e sistemate la composizione nel vostro laghetto personale.

Ragazze vi ho semplicemente dato un esempio tutto il resto dovete farlo voi con la vostra passione  divertendovi a creare il vostro piccolo capolavoro. Ciao a tutte alla prossima.

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°6

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Delicato come un pizzo e bello come una vecchia trina. Mi è venuto in mente pensando ai merletti che la nonna metteva come bordura un po' dappertutto e rendeva bello anche un vecchio asciugamano tarlato. Semplicissimo da realizzare tanto che in un pomeriggio potrete creare un infinità di bracciali o anche un elegante e raffinato girocollo oppure creare una delicata bordura magari ad un vecchio lenzuolo o ad una tovaglia a cui volete dare un tocco in più. Questa è la spiegazione del bracciale all'uncinetto N°6.
Ricordatevi di tenere sia all'inizio che alla fine del bracciale un po' di cotone in più che vi servirà per poter allacciare il bracciale al polso. Ok iniziamo. Avviate 5 catenelle e nella seconda fatte un punto bassissimo(viene fuori un pippiolino), di nuovo 5 catenelle e un punto bassissimo nella seconda catenella, continuate così sino alla lunghezza che vi occorre. Fatte lo stesso identico procedimento dall'altro lato facendo sempre corrispondere i punti bassissimi l'uno davanti all'altro. Più facile di così che altro devo dirvi, sbizzarrite la vostra fantasia e createli di tanti colori e per tante occasioni.
 Buon divertimento a tutte, ciao alla prossima.

Le bacche rosse dell'autunno

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Una stagione l’autunno che spesso induce l’animo alla malinconia forse perché anche l’uomo come la natura sente lo stimolo più verso l’interiorità al contrario della primavera e dell’estate dove lo stimolo è più forte verso l’esteriorità. Madre terra si prepara al cambiamento e anche noi la seguiamo con i doni tipici di questa stagione ricchi delle giuste sostanze che ci serviranno per affrontare al meglio il freddo dell’inverno. Bacche frutti e semi che sono un concentrato dell’energia del sole dell’estate, immagazzinata al loro interno e pronta per essere donata a noi. 
Fare delle passeggiate in campagna in queste tiepide giornate autunnali ci aiuta ad immedesimarci nella vita degli animaletti selvatici e quindi a fare provviste e raccogliere queste belle bacche colorate che la natura ci regala. 





Il lentisco è un arbusto sempreverde tipico della macchia mediterranea e qua in Sardegna si trova un po’ dappertutto. Una bella pianta rustica che ha il suo forte e caratteristico aroma resinoso. Nel mondo agro-pastorale si racconta che proprio da questa resina un tempo si ricavava una sostanza che veniva masticata  per rafforzare le gengive e sbiancare i denti. Dalle bacche che sono in piena maturazione, tramite spremitura, si ottiene anche l’olio di lentisco, un tempo molto utilizzato in ambito gastronomico e poi relegato come combustibile per lampade da illuminazione per poi finire nel dimenticatoio. 
I contadini di un tempo conoscevano bene le proprietà di questo straordinario arbusto dalla quale si ricavava la legna, la resina e l’olio dalle bacche. A detta degli anziani del paese anche le foglie erano un tempo utilizzare, soprattutto dai contadini e dai pastori che le mettevano nelle scarpe con i piedi avvolti nei panni per evitare problemi dovuti alla sudorazione.
Oggi quest’olio aromatico, in Sardegna chiamato “ollu e stincu” è tornato alla ribalta sia per uso medicinale che alimentare e insieme all’olio di olivastro che da noi si chiama “sa mamma de s’ollu”, è da tempo sotto esame dai ricercatori universitari anche se i nostri antenati già conoscevano le sue proprietà. 
Fra le tante la rosa canina ha il posto d’onore, però non raccogliamole tutte perché servono realmente a tanti animaletti selvatici che in inverno si nutrono proprio di queste bacche e aiutano la pianta a riprodursi. In questa piccola bacca è racchiuso un concentrato di sostanze benefiche, da utilizzare sotto forma di tisane, marmellate, ma anche fresca, appena raccolta facendo molta attenzione a pulirle bene privandole dei semi e della peluria interna e sciacquarle bene sotto l’acqua corrente. Da inserire in una fresca macedonia, da gustare insieme a qualche altra bacca autunnale o anche in bel frullato con mele e carote. Una curiosità:il nome rosa canina giunge a noi dalla lontana  epoca romana dagli scritti di Plinio il Vecchio dove narra come i decotti di questo arbusto fossero stati efficaci per far guarire un soldato dalla rabbia.
Possiamo dire che le piante e gli arbusti da bacche in questo periodo oltre che abbellire e colorare un angolo di orto o di giardino sono anche gradite dagli uccelli alla quale forniscono una fonte supplementare di cibo, riparo e rifugio dai loro predatori naturali e a suo tempo anche supporto per i loro nidi. Diciamo che sono utili in ogni stagione dell’anno come, in primavera, quando producono tanti fiorellini profumati che attirano una grande varietà di insetti impollinatori utilissimi per la biodiversità.

Spiegazione del bracciale all'uncinetto N°7

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Questo è il settimo bracciale all'uncinetto e quindi anche l'ultimo dell'insieme. Spero di avervi rallegrato qualche pomeriggio o serata e che vi siate divertite come me a realizzare queste piccole creazioni da regalare a qualcuno, ma anche per voi stesse o per abbellire qualche tessuto che andava rinnovato. Come tutti gli altri anche questo bracciale all'uncinetto è molto semplice da realizzare, tenete presente sempre le vostre misure perché le mie sono solo una guida per le vostre spiegazioni. Ricordatevi anche, sia all'inizio che alla fine del lavoro, di tenere un po di cotone in più che vi servirà per poter allacciare il bracciale al polso.
Iniziamo. Avviare 92 catenelle e fare un punto bassissimo nella 91° , saltare 2 punti di base, 7 punti alti in un punto, saltare 2 di base, 1 punto bassissimo, saltare 2 punti base, 7 punti alti in un punto, 1 punto bassissimo. Ripetere sino alla fine delle catenelle. Rifare uguale identico dall'altro lato. Adesso con il cotone di un altro colore lavorate separatamente: 7 catenelle e nella terza fare 4 punti alti chiusi assieme, 9 catenelle e nella sesta fare 4 punti alti chiusi assieme. Ripetere per un totale di 15 volte( voi tenete conto di quanti cerchietti siete riusciti a fare con la vostra misura), le ultime catenelle invece di 9 devono essere 7. Ora posizionate quest'ultimo lavoro sotto il lavoro precedente e con l'uncinetto estraete dal foro del cerchietto la pallina formata dai 4 punti alti chiusi assieme. Con un po' di pazienza da fare in ogni cerchietto finché le palline saranno tutte incastrate. Non c'è bisogno di nessuna cucitura perché stanno ferme da sole. Che ne dite non è carino?
 Ragazze spero che le mie spiegazioni un po' alla mano siano state sempre comprensibili, se così non fosse sono a disposizione. Mi sono divertita a creare questi bracciali all'uncinetto sia per grandi che piccini tornando un po' indietro nel tempo e spero di avervi contagiato la voglia di personalizzare le vostre creazioni. Chiusa questa parentesi tornerò a farmi ispirare dalla natura che non i sui meravigliosi fiori mette in moto la mia fantasia e la mia voglia di creare.
 Alla prossima creazione, ciao a tutti.
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